Estremismi: quando Nietzsche e Marx convergono

Estremismi: quando Nietzsche e Marx convergono

Analisi dei motivi per cui gli estremi “si toccano”.

Sembra quasi un luogo comune, ma il detto che “gli estremi si toccano” trova riscontro nel pensiero filosofico.

Il peso della Filosofia nella Storia è stato più o meno svalutato a seconda della convenienza politica del momento. Indubbiamente bisogna però riconoscere, se si vuole esercitare un’onestà intellettuale, che il pensiero ha sempre costituito tendenza, o per lo meno ne è sempre stato testimone.

Oggi si citano spesso, anche a sproposito, i nomi dei filosofi che sono assurti a simbolo di un pensiero specifico. Ecco che Epicuro diviene il paladino del “piacere”, quando in realtà avvertiva sui turbamenti che esso è in grado di infliggere. Allo stesso modo, o quasi, vengono strumentalizzate altre teorie a livello politico.

Sicuramente esiste una ragione di fondo, invece, per cui Marx e Nietzsche vengano ritenuti alfieri di pensieri corrispondenti rispettivamente agli attuali concetti di Sinistra e di Destra.

Vale la pena però indagare l’essenza del pensiero dei due filosofi, e ciò riserva qualche sorpresa, almeno a coloro che hanno accettato pedissequamente una catalogazione netta della loro filosofia.

Marx

Associato giustamente al Materialismo e al Meccanicismo, il filosofo tedesco riteneva la “materia” unico principio della realtà. Allo stesso tempo la giudicava dinamica e non statica. Quindi in grado di modificarsi e di migliorarsi in manifestazioni gradualmente superiori. L’uomo sarebbe esempio di “evoluzione” della materia intesa in questo senso.

Karl Marx individuava poi alcune “sovrastrutture” che impedirebbero all’uomo un’evoluzione fluidamente meccanica, e queste sarebbero religione, convenzioni e altro.

La Sinistra ha quindi abbracciato il suo pensiero.

Nietzsche

Da parte sua, formulando la teoria del Superuomo, sebbene sbeffeggiata dalla Sinistra, non sostiene cose diverse. Anche per lui esistono “gabbie” al libero pensiero, che coincidono con quelle che Marx chiama “sovrastrutture”.

Nietzsche auspica un “umanesimo naturale” il cui fine sarebbe la crescita della vita e il superare se stessi. Ecco quindi che l’uomo, nel suo miglioramento può giungere ad una dimensione nettamente superiore, fino ad arrivare alla perfezione di un “superuomo”.

La coincidenza dei concetti

Alla luce di questi riscontri sembra assurda la contrapposizione tra l’attuale Destra e l’attuale Sinistra. A meno che non si voglia ammettere che queste etichette siano state date in modo pretestuoso.

Le rispettive dottrine passano entrambe attraverso una concettualizzazione dell’uomo che lascia poco spazio all’individualità. L’uomo è inteso come parte della “macchina-Stato” e perde ogni valenza decisionale. Unico scopo sarebbe quindi un miglioramento teso al bene comune.

Resta il problema dei problemi. Il “bene-comune” che si vuole ottenere non è quello dell’uomo, che come abbiamo visto riconosce come svalutata la propria individualità.

Dottrine di estremi che si “toccano”. In barba a quanto saggiamente consigliava Aristotele circa 2500 anni or sono. Ovvero che la “giusta misura” è quella che si colloca a metà tra due estremi. Così come il coraggio, che deve essere la via di mezzo tra temerarietà e codardia.

C’è da sentirsi a livello di coloro che sono presi in giro. O no?

 

 

 

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